Il legame di parte nel Zhineng Qigong

Per capire il concetto di Legame di Parte, secondo il Zhineng Qigong, dobbiamo prima vedere come questa disciplina concepisce la struttura funzionale della mente umana. Nella figura a lato (1), possiamo distinguere i vari elementi costitutivi della nostra mente: Vero Sé, Sistema di Riferimento, Pensieri ed Emozioni, Qi ed Energia, Struttura del corpo e movimenti, Relazioni e Comportamenti. Descriviamo ora questi elementi in modo sintetico e volutamente semplicistico, per una discussione più approfondita si rimanda al glossario generale e ai vari articoli contenuti in questo sito e nei siti citati nella sezione link del menù generale.

– Il Vero Sé è il destinatario ultimo di ogni elaborazione mentale e percettiva. Mingjue è quello stato mentale nel quale noi possiamo, oltre a tutto il resto, essere consapevoli, non a livello concettuale ma percettivo, anche dell’esistenza del Sé come realtà distinta. In questo stato, siamo privi di identificazione con il resto degli elementi dello schema.
– Il Sistema di Riferimento (SR) è l’insieme delle categorie, dei giudizi e delle convinzioni che ci permettono di vivere, da adulti, nell’ambiente naturale e nella società umana. 
 – Le Emozioni e i pensieri sono parte dell’elaborazione mentale in risposta a stimoli ambientali, contestuali o ricordati.
Qi ed Energia, nel sistema uomo, costituiscono la parte funzionale dinamica della sua struttura. Il Qi può presentarsi, nell’uomo, come composto, in misura variabile, di Materia, Energia o Informazione.
Struttura del corpo e movimenti, ci consentono di interagire con il mondo fisico, o, più precisamente, con la rappresentazione mentale della realtà oggettiva.
Relazioni e comportamenti, permettono l’interazione sociale e naturale.

Il “legame di parte”, è una condizione mentale nella quale si è rigidamente identificati con il proprio SR. E’ quando noi mentalmente siamo convinti di essere una parte del nostro SR. Facciamo un esempio pratico con due affermazioni sottilmente diverse: io sono nato in Italia, oppure, io sono italiano. Nella prima, non c’è necessariamente identificazione, nella seconda sì. Quando l’identificazione con il proprio contesto sociale e culturale, che è parte del SR, è vissuta come assoluta, allora siamo nella condizione di legame di parte manifesto. Questa è la condizione nella quale vivono la maggior parte delle persone. In questa condizione, la coscienza, che avrebbe di per sé la capacità di riconoscere la realtà come un intero, ovvero una Entità Olistica (vedi glossario), rimane invece imprigionata nei limiti esperienziali e conoscitivi del proprio SR, del quale dovrebbe servirsi come di uno strumento e che invece ne determina non soltanto la visione del mondo e di se stessa, ma anche le reazioni emotive e gli atteggiamenti. Il tutto in maniera sempre più o meno inconscia e automatica, e questo origina sofferenze e malattie. Se, infatti, fra le convinzioni che costituiscono il nostro sistema di riferimento ve ne sono di indispensabili, ve ne sono altre che ci imprigionano in schemi di comportamento patologici. Fra queste ultime, la più comune è l’idea generale di Separazione. Alimentando l’egoismo e creando una frattura tra Uomo e Natura, fra l’individuo e la società umana, questa radicata e illusoria convinzione crea tutta una serie di scompensi emozionali e di comportamenti autodistruttivi dovuti al fatto di negare l’intrinseca natura olistica dell’uomo e dell’universo. Ovviamente, non dobbiamo liberarci del nostro SR, che è necessario per vivere nel nostro contesto sociale e culturale, ma, una volta abbandonata la condizione di legame di parte manifesto, potremo vedere quali elementi del SR sono costruttivi, e quali invece portano ad una degenerazione patologica.

Se, come quasi tutti, compreso chi scrive, siamo partiti da una condizione di legame di parte manifesto ma con la spinta interiore a uscirne, allora, come possiamo concretizzarla? Nel ZNQG siamo in grado, con l’aiuto concreto della pratica e la comprensione teorica, progressivamente di osservare, con l’attenzione cosciente, tutte le componenti illustrate nello schema. 
Quando iniziamo a praticare, avendo appena conosciuto il ZNQG, senza avere nessuna altra esperienza di discipline psicofisiche con analoghe finalità, di solito possiamo osservare solo le nostre relazioni sociali e i nostri comportamenti, perché siamo identificati al livello della struttura del corpo e dei movimenti. Con la pratica formale, piano piano, diventiamo capaci di osservare i movimenti e la struttura del corpo, e poi, continuando, arriviamo a percepire i flussi di Qi, corporeo ed extracorporeo. E qui siamo già a buon punto, per quanto riguarda la vitalità e il miglioramento della salute, ma, per molti di noi praticanti, non basta. Anche senza aver letto nulla in merito, percepiamo che c’è qualche altro obiettivo da raggiungere. Con gli opportuni metodi possiamo, vedi articolo “MINGJUE, una nuova ma antica via per la realizzazione del Sé”, iniziare ad essere capaci di osservare emozioni e pensieri, e poi, continuando con costanza a praticare, arrivare a distinguerci dal nostro SR, non in modo puramente concettuale, ma concreto, essere quindi capaci di percepire noi stessi come qualcos’altro. Da questa base, sarà possibile intraprendere l’ascesa all’ultimo livello, quello nel quale noi, come vero Sé, possiamo osservare noi stessi: la coscienza che guarda la coscienza. E poi, dovremo lavorare per rimanere costantemente in questo stato, non per pochi minuti durante la sessione di pratica, bensì per la maggior parte del tempo della nostra vita quotidiana. In questa condizione, altre porte si apriranno, ne riparliamo in Mingjue!

Marco Tau, divulgatore di argomenti al confine tra scienza e filosofia, operatore Zhineng Qigong e insegnante di Mingjue Gongfu.

(1) La figura è tratta dal materiale didattico fornito dall’insegnante Wei Qifeng durante il corso denominato “Mingjue Gongfu” 2020-2021