Campi morfici e Zhineng Qigong

Il lavoro del biologo inglese Rupert Sheldrake spazia in tutti i settori della vita umana ma le sue ipotesi, ampiamente argomentate con la letteratura scientifica e verificabili da chiunque con semplici esperimenti, sono facilmente collegabili con la Teoria Olistica Hunyuan, il nucleo concettuale del Zhineng Qigong. Naturalmente, la comunità scientifica, per lo più, non accetta il lavoro di Sheldrake, viene considerato troppo iconoclasta nei confronti di quelli che lui stesso definisce i “dogmi” della scienza.

Veniamo ai concetti di base, dalla cui definizione non si può prescindere, per capire il contributo dell’autore: campo morfico, campo morfogenetico, risonanza morfica, olone, unità morfica.

Un campo morfico è una sorta di principio organizzativo che, contemporaneamente, funge da memoria collettiva, e che dà forma e ordine a tutti gli sistemi presenti nell’universo. Tutte le forme, e le funzioni, di ogni sistema avente un aspetto materico, a qualunque livello di organizzazione, dagli atomi agli animali complessi, sono determinate dal relativo campo morfico, grazie ad esso, ogni molecola assume la sua particolare forma, ogni cristallo la sua struttura, ogni tessuto di un essere vivente assume la sua organizzazione e la sua funzione nell’organismo del quale fa parte. Un campo morfico non è una deformazione delle proprietà dello spazio, come per esempio un campo gravitazionale, è, piuttosto, un campo di informazioni, di natura probabilistica, che riguardano sia la forma che la funzione, alle quali ogni struttura presente nell’universo fa riferimento, a qualunque livello di complessità.

Secondo l’autore della teoria:
“..i campi morfici organizzano atomi, molecole, cristalli, organelli, cellule, tessuti, organi, organismi, società, ecosistemi, sistemi planetari, sistemi solari, galassie. In altre parole, organizzano sistemi a tutti i livelli di complessità e sono la base dell’interezza che osserviamo in natura, che è più della somma delle parti..”,
E anche:
“..i campi morfici, così come i campi della fisica già noti, sono regioni d’influenza all’interno dello spazio-tempo, localizzati dentro e intorno ai sistemi che organizzano. Essi limitano ovvero impongono un ordine all’indeterminismo intrinseco dei sistemi cui presiedono. Comprendono in sé, e connettono, le varie parti del sistema che sono preposti a organizzare..”.

I campi morfici che presiedono allo sviluppo e al mantenimento della forma vengono chiamati campi morfogenetici; esistono campi morfici che gestiscono la percezione, il comportamento e l’attività mentale che potremmo chiamare campi percettivi, comportamentali e mentali; in mineralogia ci sono campi cristallini e molecolari; quelli invece che si osservano in sociologia sono detti campi sociali e culturali. In altre parole, una volta accettata l’idea dell’esistenza dei campi morfici, questi costituiscono una sorta di passe-partout concettuale che permette di aprire innumerevoli porte.

Tutti i campi morfici hanno una memoria intrinseca, costruita nel tempo grazie alla risonanza morfica con tutti i sistemi simili esistenti o esistiti in precedenza. La risonanza morfica non consiste in un passaggio di energia da un sistema ad un altro, come avviene nella risonanza acustica, piuttosto in un flusso continuo di informazioni, sullo stato attuale del sistema, verso il campo morfico e viceversa. Quanto più un sistema è simile ai precedenti, o ai contemporanei, tanto più entra in risonanza morfica, attraverso il campo, con essi (principio di similarità). E più numerosi sono stati i sistemi precedenti, più è forte la loro risonanza cumulativa, perché crea e stabilizza il relativo campo morfico.

I campi morfici non sono immutabili nel tempo, sono invece variabili e vengono influenzati da quanto è accaduto in precedenza, indipendentemente dallo spazio e dal tempo, ovvero, conservano l’informazione in modo non-locale. L’informazione, nel campo morfico, si consolida attraverso la ripetizione e così la natura apprende e l’evoluzione delle specie, nei viventi, si realizza, grazie alla risonanza cumulativa. L’organismo, durante il suo sviluppo iniziale e per tutta la durata della sua vita, farà sempre riferimento al suo campo morfico, per tutti i processi vitali e, nel caso degli organismi più complessi, dotati altri meccanismi di trasmissione delle informazioni tra individui, per tutte le conquiste culturali.
I campi morfici e morfogenetici contengono quindi la memoria collettiva inconscia, con la quale ciascun individuo è connesso per risonanza morfica. Inoltre, ogni individuo è connesso con i propri stati passati mediante auto-risonanza morfica. La risonanza con il campo morfico generato dagli individui passati rende conto del comportamento ereditato, quella con i propri stati passati rende conto dell’apprendimento individuale.

Vediamo ora tre esempi, selezionati tra i numerosi proposti da Sheldrake.

  • Le sostanze chimiche di sintesi: la velocità di cristallizzazione di un nuovo composto chimico aumenta mano a mano che, in diversi laboratori sparsi per il mondo, viene ripetuta la reazione di cristallizzazione.
  • Le cinciallegre inglesi: attorno al 1921, questi piccoli uccelli, con abitudini sedentarie, apprendono , in Inghilterra, a forare il tappo di stagnola delle bottiglie del latte lasciate sulla porta di casa per mangiarne la panna. Altre cinciallegre di altre località distanti, manifestano in modo indipendente lo stesso comportamento, che si diffonde a ondate in tutta l’Inghilterra fino al 1947; poco dopo, anche le cinciallegre di altri Paesi europei – Svezia, Danimarca e Olanda fanno la stessa cosa.
  • I ratti di laboratorio, in un esperimento condotto a Harvard, hanno imparato un nuovo trucco nel risolvere un problema avente come ricompensa il cibo. Successivamente, in laboratori di ricerca in Scozia e in Australia, ratti della stessa specie hanno impiegato molto meno tempo a risolvere lo stesso problema, rispetto a quanto accadeva prima della soluzione trovata dai ratti americani.

    Con i concetti sin qui esposti, si può agevolmente reinterpretare la tecnica di composizione del campo di Qi: i praticanti, guidati dal conduttore, organizzano il Campo locale, e si connettono, consapevolmente o no, al campo morfico, di natura mentale e comportamentale, di chi li ha preceduti, grazie al principio di similarità, contribuendo al suo sviluppo e traendone informazioni utili, grazie alla risonanza morfica. Quindi, sino ad ora, usando i concetti di campo morfico e risonanza morfica, le idee di Sheldrake si sovrappongono a quelle di Pang Ming.

    Ma le analogie non finiscono qui, andiamo più a fondo nella visione del biologo inglese: “.. Ad ogni livello della realtà, dalle particelle subatomiche agli organismi più grandi e complessi, come i sistemi planetari e le galassie, gli organismi si comportano come un tutto irriducibile, dando luogo a gerarchie “annidate”, in cui gli interi di livello superiore sono formati da parti che sono esse stesse degli interi di livello inferiore: un animale è fatto di organi, che a loro volta sono fatti di tessuti, che sono fatti di cellule, che sono contengono organelli, che contengono molecole e così via. Ogni intero, indipendentemente dal livello in cui si trova, è un “olone”. Ogni olone si comporta come un individuo quasi autonomo, pur integrandosi in un tutto più ampio, mostrando una duplice tendenza all’autoaffermazione e all’integrazione. Esso costituisce dunque un’unità morfica. Per ciascuna unità morfica esiste uno specifico campo morfico, ovvero una specifica regione di influenza con proprietà olistiche..”
    Le unità morfiche di livello superiore coordinano le funzioni e la struttura delle unità morfiche di livello subordinato. Per esempio, l’organismo animale coordina la formazione degli organi e questi a loro volta quella dei tessuti e delle cellule così via. I campi morfici e morfogenetici hanno cioè natura gerarchica.
    E’ evidente il collegamento con la Teoria Olistica Hunyuan, anche nel sorprendente uso dei termini, come la parola “intero”. Per quanto riguarda il concetto di olone, si sovrappone con quello di “Entità Olistica”.
    Si potrebbe forse dire che il campo morfico, l’unità morfica di un sistema, vivente o meno, rappresenta l’analogo dello Hunyuan qi ancora non manifestato nella forma fisica, al livello di aggregazione corrispondente a quello dell’organismo manifesto. Premesso questo, si può andare anche oltre nella comparazione: quante volte gli insegnanti di ZNQG ci hanno ripetuto che, per guarire, non bisogna immaginare che i sintomi della malattia svaniscono, bensì immaginarsi sani e vitali? Secondo Sheldrake, ogni organismo, per le sue attività vitali, ha bisogno di uno scambio continuo con il suo campo morfico, quando questo scambio diventa difettoso, compare la disfunzione (malattia).
    Naturalmente, il dott. Pang e Sheldrake hanno obiettivi diversi: il biologo propone una teoria che permetta alle scienze naturali di superare il paradigma meccanicistico e i relativi dogmi, l’insegnante e medico ha creato un percorso, non esoterico, per la guarigione e lo sviluppo degli esseri umani e dei sistemi sociali di cui fanno parte.

    Marco Tau, divulgatore di argomenti al confine tra scienza e filosofia, operatore Zhineng Qigong e insegnante di Mingjue Gongfu.

Sheldrake Rupert (2017). Scienza e pratiche spirituali. Roma: Spazio Interiore.
Sheldrake Rupert (2018). La mente estesa. Il senso di sentirsi osservati e altri poteri inspiegati della mente umana. Milano: La Feltrinelli.
Sheldrake Rupert (2018). La Presenza del Passato. La risonanza morfica e le abitudini della natura. Spigno Saturnia (LT): Edizioni Crisalide.
Sheldrake Rupert (2013). Sette esperimenti per cambiare il mondo. Roma: Castelvecchi Editore.